Documenti dal Fondo d'Amico a cura di Raffaella Di Tizio
Si presentano qui alcuni materiali provenienti dal Fondo Silvio d'Amico, conservato presso il Civico Museo Biblioteca dell'Attore di Genova. I documenti sono stati scelti seguendo due argomenti fondamentali: l'attività ministeriale del critico, ovvero il suo rapporto con lo Stato prima del potere fascista e poi durante la dittatura, e la sua promozione di una riforma teatrale. I primi documenti sono un'ampia scelta tra quelli contenuti nelle due cartelle dal titolo “Il Teatro e lo Stato” e nel fascicolo “Scuole di recitazione”.
In riferimento al rapporto con Umberto Fracchia le lettere scambiate con d'Amico riguardano questioni generali del teatro italiano, come il problema dell'assenza di teatri stabili o della necessaria riforma delle scuole di recitazione (per cui Fracchia invita ripetutamente d'Amico ad assumere un ruolo attivo), o argomenti più immediati, come progetti editoriali o la pubblicazione di articoli e recensioni.
Nella prima lettera riportata, scritta nel settembre 1910 (ovvero quando entrambi lavorano «L'Idea Nazionale») Fracchia denuncia l'esistenza di un movimento che vorrebbe escludere dai teatri italiani l'intero repertorio straniero, e chiede a d'Amico di scrivere subito in proposito per ricordare come “le opere dello spirito” non appartengano ad un singolo territorio ma alla “Nazione dell'Arte”. Non è l'unica volta in cui lo scrittore suggerisce a d'Amico dei temi di cui scrivere: nel 1923 Fracchia spingerà il critico ad occuparsi del problema dell'intervento statale nella vita del teatro (lettera del 17 gennaio), e in seguito insisterà perché negli articoli si faccia continuamente riferimento all'idea del Teatro Stabile (lettera del 4 marzo 1924). Il romanzo di Fracchia di cui si parla nella lettera del 28 giugno 1921 deve essere Del perduto amore, pubblicato appunto in quell'anno. In questo periodo lo scrittore lavora alla Mondadori come direttore editoriale: nella stessa lettera racconta a d'Amico di aver letto 197 la prima parte dei Ricordi di Antoine sulla «Revue hebdomadaire», e chiede il suo appoggio per convincere l'editore dell'opportunità di una traduzione italiana del testo. Il 6 febbraio del 1924 Fracchia invia a d'Amico le bozze della relazione presentata con Chiarelli al Consiglio Nazionale del Teatro (contenente il suo progetto per il rinnovamento della scena italiana) chiedendo di parlarne su «L'Idea Nazionale»; meno di una settimana dopo (12 febbraio) gli confessa però il suo scarso ottimismo circa le iniziative fasciste riguardo al teatro, sostenendo piuttosto la necessità che siano poche persone qualificate ad occuparsi direttamente della riforma, attuabile solo sulla base di “iniziative del tutto individuali”. Fracchia chiede quindi a d'Amico di aiutarlo nella stesura di “un piano organico e dettagliato per l'istituzione di due teatri stabili (Milano e Roma)”, in particolare per la progettazione delle scuole che dovrebbero esservi annesse.
Il 9 marzo Fracchia informa d'Amico di star iniziando per «Il Secolo» un'inchiesta sulle condizioni del teatro europeo. Nel frattempo si continua a far progetti: dalle lettere emerge una costante preoccupazione per la situazione della scena italiana (lettere di Fracchia a d'Amico del 5 giugno 1924 e del 6 dicembre 1926). Il 20 marzo del 1925 d'Amico invia a Fracchia un resoconto piuttosto negativo sulla situazione della Scuola di Santa Cecilia, di cui si sta però finalmente preparando la riforma. Riguardo alle iniziative fasciste in materia teatrale le speranze di Umberto Fracchia si fanno maggiori nel 1930, quando si dice sicuro dell'assegnazione a d'Amico della presidenza della Corporazione del Teatro. Effettivamente l'invito da parte di Bottai arriverà, ma non l'accettazione da parte del critico: stando allo scambio di lettere sull'argomento (tra il 20 luglio e il 3 settembre) il motivo principale del rifiuto è l'impossibilità di occuparsi direttamente da quella posizione di “iniziative d'ordine artistico” (lettera di Fracchia a d'Amico del 3 settembre 1930).
LE LETTERE DI UMBERTO FRACCHIA
9 marzo 1924 - lettera manoscritta di Fracchia Umberto a d'Amico Silvio su cartolina intestata «Il Secolo – Redazione».
6 dicembre 1926 – lettera manoscritta di Fracchia Umberto a d'Amico Silvio.
31 luglio 1930 – minuta di d'Amico Silvio a Fracchia Umberto, Castiglioncello.
4 agosto 1930 – lettera manoscritta di Fracchia Umberto a d'Amico Silvio su cartolina intestata de «L'Italia letteraria», da Bargone a Castiglioncello.
28 agosto 1930 – lettera manoscritta di Fracchia Umberto a d'Amico Silvio su carta intestata de «L'Italia letteraria», Bargone.