15 aprile 1922 – lettera dattiloscritta firma autografa di Fracchia Umberto a d'Amico Silvio su carta intestata «Casa Editrice A. Mondadori», Milano.

Ultima modifica 8 gennaio 2020

Milano, li 15 aprile 1922 Signor Silvio d'Amico ROMA

Caro Silvio, Ho sempre una gran fretta. Rispondo quindi telegraficamente ai capitoletti della tua lettera, riservandomi più lunghi discorsi a voce, fra qualche giorno.

I° IL PADRONE SONO ME non è adatto per l'IDEA, perché parla della guerra con nero pessimismo. Potrò mandarti presto (cioè fra due settimane) primizie di Tocci, Govoni, Prosperi. Fidati di me.

II° Sta bene per Pucci.

III° Mandami una lettera per il Corriere del Teatro, in cui inviti a consegnare al latore il tuo articolo. Senza un biglietto ad hoc non possiamo fare alcun passo senza urtare suscettibilità giuste. Spontaneamente l'articolo non è arrivato, e ci terrei moltissimo. IV° L'arbitrato Shaw – Castelli si discuterà in questi giorni. Dal suo esito dipende tutta la nostra attività in materia di Teatro, e quindi V° anche il volume che tu mi proponi. O noi riusciamo a fare della letteratura teatrale una specialità della Casa, o per il momento non possiamo impegnarci per volumi del genere. In ogni caso, dovresti attendere il 1923. Ma di questo si parlerà presto a Roma.

VI° Passo alla Signorina Monicelli le tue richieste circa la liquidazione delle MASCHERE.

Tanti auguri a te e ai tuoi.

Tuo Fracchia