S. Margherita di Fossa Lupara – Verici – Tassani – Colle d’Incisa – M. Tregin – Lago preistorico di Bargone – Bargone – Casarza Lig.

Ultima modifica 28 gennaio 2019

Il Tratto S. Margherita di Fossa Lupara – Tassani segue lo stesso percorso dell’Itinerario 2.

Tempo di percorrenza da S. Margherita di F.L. – M. Tregin : 4 h.; M. Tregin – lago di Bargone – Bocco di Bargone: 1h. ; Bocco di Bargone - Bargone : 1h. 30 min.; Passo del Bocco – ex miniere - M. Alpe: 1h. 20 min.

Giunti a Tassani si prosegue lungo il sentiero ben tracciato dalla F.I.E. con il segnale della cornice quadrata rossa, superando l’ex miniera di rame di Libiola, utilizzata sin dall’epoca romana, si continua verso il Colle d’Incisa tra macchia e boschi si percorrono le pendici nord del M. Bomba, con vista sull’alta valle del Gromolo e sul M. Bianco. Dopo circa un’ora e mezza si raggiunge il Colle d’Incisa, da qui è possibile scendere leggermente verso l’agriturismo di Casa Gromolo in quindici minuti, ottimo punto di ristoro per una meritata sosta, o salire in mezz’ora la vetta di M. Treggin (870 mt.) . Il giro continua verso il famoso e preistorico lago di Bargone e quindi risalendo al passo del Bocco (953 mt.) si può proseguire verso le miniere del M. Zanone attraverso una delle riserve naturali più affascinanti di tutto l’Alto Tigullio. Qui affiorano diverse tipi di rocce: i basalti a pillows, risultanti da eruzioni di lava sottomarina, i diaspri di colore rosso alternato al bianco di calcari e le serpentiniti, rocce metamorfiche ricche di magnesio. Il Lago è oggetto di studi, in quanto, i depositi di torba sono una fonte importantissima per ricostruire l’evoluzione ambientale nel corso dei secoli: le indagini stratigrafiche hanno evidenziato un riempimento di sei metri e le fasi più antiche risalgono a 10.000 anni fa ciò fa del Lago il deposito più antico della Liguria orientale nell’ambito del post-glaciale.
Ricerche condotte negli anni ’70 hanno individuato numerosi manufatti litici, risalenti dal Paleolitico medio all’età dei metalli, realizzati in diaspro ( attualmente esposti al museo di Chiavari).
Dalle ex miniere di manganese salendo per circa venti minuti si raggiunge il crinale dei monti più alti della zona: M. Zanone (mt. 1068), M. Alpe (mt. 1099) e M. Pu (mt. 1001). 
Il ritorno è possibile seguendo un sentiero con segnavia un triangolo rosso che partendo dal Bocco di Bargone scende lungo un avvallamento naturale prima percorrendo pascoli quindi entrando nel fitto bosco di castagni per raggiungere località Costa di Bargone e quindi la frazione di Bargone in circa 1 h. 30 min.

Alternativa : Bocco di Bargone - miniera M. Zanone - M. Pu - Frascarese - Campegli - Massasco - Casarza Lig.

Dal Bocco di Bargone, giunti all’antica miniera di Zanone, ormai in disuso, si prosegue tra faggi , castagni e roverelle e si arriva a Serra Piana, da dove si può raggiungere la cima del M. Pu ( mt. 1001), scendendo al lato sud del monte sorge un’azienda agrituristica ricavata da un antico convento benedettino, dove è possibile gustare piatti tipici e inoltre è interessante percorrere l’anello intorno al monte o a piedi o a cavallo. Per chi ama la tranquillità l’agriturismo di M. Pu è il posto ideale per sostare e trascorre una notte di riposo. 
Per chi vuole proseguire il giro, si scende nella valle del rio Frascarese, in località Ciappe di Sotto, si aprono le grotte di origine carsica (raro esempio nella Liguria orientale ). Il paesaggio alterna pini marittimi, corbezzoli, erica a lecceti e castagni. Il percorso prosegue verso Campegli da cui è possibile ritornare a Bargone, oppure imboccare, a metà strada , un ulteriore itinerario che riporta a Massasco, antichissimo paese in cui sorge la chiesa di S. Maria, risalente a prima dell’anno 1000, per poi proseguire verso Bargonasco e far ritorno, sulla strada provinciale, a Casarza Ligure.
A conclusione del percorso è possibile prenotare una visita al Museo ‘Parma Gemma’
- Museo naturalistico Parma Gemma. Museo privato sito in Via Annuti 31; presenta 3 sale contenenti 350 vetrine di minerali di rame, manganese, zolfo, gesso dell’ appennino ligure e tosco emiliano.