L’INDIANA

Ultima modifica 8 gennaio 2020

L’INDIANA

Film muto del 1921 interpretato da Dianne Karenne e Bruno Emanuel Palmi con la regia di Umberto Fracchia.

 

Dianne Karenne

 

Trama

Sublime passione è albergata nella giovane donna indiana legata da un vincolo indissolubile ad uomo che per età può essere padre, geloso fino all’estremo limite, vendicativo fino al punto di allontanala da colui che ella ama e relegarla in un’isola semi-barbara. Una vicenda d’amore, passione e morte ambientata nei costumi dell’epoca della rivoluzione francese (tratto da un volantino pubblicitario).

Critica

Il Fracchia ha voluto ambientare il film, tratto da un ‘opera di Sand, nell’epoca in cui l’autore del romanzo immagina gli eventi di esso ed è riuscito pienamente con la cura minuta di ogni particolare del mobilio, dell’arredamento e dei costumi a darci una riproduzione dell’epoca fedele e del buon gusto. Anche l’inquadratura è indovinata, il montaggio è accurato, in complesso un’ottima messa in scena. La Karenne è ritorna ad essere quell’artista pina di fascino e di naturalezza. Essa ha creato un tipo di donna palpitante di verità umana, dimostrando che lo schermo è mezzo idoneo di vera arte. Molto bene anche Palmi la cui figura è anche molto adatta al personaggio che interpreta (da Ugo Ugoletti in “Febo” Roma 9 aprile 1921).

In senso globale, l'esperienza cinematografica e registica del Fracchia - sebbene modesta dal punto di vista dei risultati concreti ottenuti - non deve esser considerata alla stregua d'un insignificante eccentrico interludio, bensì per un verso quale tappa significativa nella formazione del narratore (se è vero che dietro la scrittura talvolta facilmente si indovina - legato al cinema dell'epoca s'intende - il gusto per l'inquadratura o pel movimento di macchina), e per l'altro la testimonianza di un "regista intellettuale" che tentò di "recare un contributo di intelligenza e sensibilità non volgare al "muto" italiano" (Filmlexicon…, Roma 1959, s.v.).

Prima di fare ritorno al mondo delle lettere Fracchia fonda nel 1920 il quindicinale Romanzo Film che potrebbe definirsi un esempio di fotoromanzo “ante litteram” che pubblica, tramite immagini, il racconto delle pellicole cinematografiche più acclamate affidandone la direzione a Lucio D’Ambra.

Di estremo interesse è la direzione del Fracchia all’inizio degli anni ’20, appena acquistati dalla Mondadori, di Novella e Comoedia, specie il primo, quali una sorta di laboratori dei moderni rotocalchi di massa che all’epoca pubblicavano recensioni e racconti inediti.