12 febbraio 1924 – lettera manoscritta di Fracchia Umberto a d'Amico Silvio su cartoline intestate «Casa Editrice A. Mondadori – Ufficio letterario».
12 febbraio 1924
Caro Silvio, ho visto l'Idea con la nostra Relazione. L'hai presentata anche troppo solennemente. Le tue parole di consenso non potevano essere più cortesi: te ne ringrazio. Come ben capisci io ho pochissime speranze che i nostri progetti possano comunque realizzarsi. Qui il Cons. Naz. non esiste sotto nessuna forma. Tutto è allo stato di nebulosa, senza la minima organizzazione. La Relazione è stata buttata giù da me, in poche ore, con il consenso di Chiarelli, al solo scopo di stabilire quasi ufficialmente una ipoteca nel caso che il famoso Ente Nazionale si costituisca e voglia agire nel campo drammatico. Ma indipendentemente da questa eventualità molto incerta e lontana, mi vado persuadendo che per concludere qualche cosa bisognerebbe prendere iniziative del tutto individuali, senza contare, come impulso, sulle organizzazioni esistenti, ma calcolando se mai di giovarsene in un secondo tempo, dando loro un impulso. Per far questo occorre un certo spirito di abnegazione, perché è necessario lavorare senza certezza di risultati. Io penserei di preparare, in collaborazione con pochissimi altri, un piano organico e dettagliato per l'istituzione di due teatri stabili (Milano e Roma) nella forma più completa: cioè Teatro, Scuola di recitazione, Scuola di scenografia. Dimmi se tu saresti disposto a compilare un regolamento, con programmi dei corsi, organico del personale, ecc. per una Scuola di recitazione annessa a un teatro stabile, così come è accennata nella nostra Relazione. Dovresti metterti nei panni del Ministro della Pubblica Istruzione e fare un vero progetto completo; tu puoi avere a disposizione i programmi e l'organico di S. Cecilia e lavorare su quello. Altrettanto sarà fatto, ex novo, per una Scuola di scenografia. Io credo che se potessimo avere dal Governo, in linea di massima, il riconoscimento di queste scuole ove fossero create e la conseguente abolizione delle Scuole di Stato, e da Mussolini il patrocinio della progettata istituzione nel suo complesso, non sarebbe poi difficile avere dai Comuni e dalle Provincie di Roma e Milano aiuto, facilitazioni, forse sussidi, e costituire una società o un sindacato con capitali privati. Forse l'idea, come progetto in sé, è comune ad altri: all'Ente Nazionale se sorgerà, forse al Comitato d'Azione che si è costituito a Roma, e al quale appartengo senza sapere che cosa sia. Ma io non ho alcuna fiducia nei comitati numerosi. Qui resteranno sempre nelle chiacchiere, senza scendere mai al concreto. Per ciò ritengo che non concluderanno mai nulla se tu o quattro persone di buona volontà non provvederanno praticamente a sostituirli, senza chiedere né beneplaciti né mandati speciali. Io credo che tu, Chiarelli, un esperto scenografo che troverò qui ed io basteremmo al bisogno in un primo tempo. Dimmi se possiamo contare, secondo te, sull'appoggio dirò così politico dei nostri amici di Roma che godono la fiducia di Mussolini. Bisognerebbe, a parer mio, che il nostro lavoro fosse pronto per i giorni che seguiranno alle elezioni. Ora rispondimi subito, esprimendomi il tuo parere su quanto in fretta ti scrivo. Certo, se dovessimo trovarci d'accordo su questa specie 202 di procedura, dovremmo vederci e discutere a lungo. In questo caso verrei anche subito o molto presto a Roma. Non parlare a nessuno di queste cose.
Un abbraccio affettuoso dal tuo Umberto