15 aprile 1922 – lettera dattiloscritta firma autografa di Fracchia Umberto a d'Amico Silvio su carta intestata «Casa Editrice A. Mondadori», Milano.
Milano, li 15 aprile 1922 Signor Silvio d'Amico ROMA
Caro Silvio, Ho sempre una gran fretta. Rispondo quindi telegraficamente ai capitoletti della tua lettera, riservandomi più lunghi discorsi a voce, fra qualche giorno.
I° IL PADRONE SONO ME non è adatto per l'IDEA, perché parla della guerra con nero pessimismo. Potrò mandarti presto (cioè fra due settimane) primizie di Tocci, Govoni, Prosperi. Fidati di me.
II° Sta bene per Pucci.
III° Mandami una lettera per il Corriere del Teatro, in cui inviti a consegnare al latore il tuo articolo. Senza un biglietto ad hoc non possiamo fare alcun passo senza urtare suscettibilità giuste. Spontaneamente l'articolo non è arrivato, e ci terrei moltissimo. IV° L'arbitrato Shaw – Castelli si discuterà in questi giorni. Dal suo esito dipende tutta la nostra attività in materia di Teatro, e quindi V° anche il volume che tu mi proponi. O noi riusciamo a fare della letteratura teatrale una specialità della Casa, o per il momento non possiamo impegnarci per volumi del genere. In ogni caso, dovresti attendere il 1923. Ma di questo si parlerà presto a Roma.
VI° Passo alla Signorina Monicelli le tue richieste circa la liquidazione delle MASCHERE.
Tanti auguri a te e ai tuoi.
Tuo Fracchia